STORIE VERE
STORIA N.1 Fobia dei cani Mi chiamo Fxxxxxxxx, abito a Pxxxxx, ho 34 anni e faccio il geometra. Il mio problema consiste nel provare una grossa paura ogni volta che penso o mi trovo vicino ad una situazione caratterizzata dalla presenza di cani. Tale tipo di paura probabilmente risale a quando, adolescente, ho assistito ad una scena in cui mio fratello veniva morso da un cane. In quella situazione incominciai a provare una forte ansia, vertigini e poi svenni. Episodi simili di svenimento si sono presentati più volte durante l'arco della mia esperienza di vita. Recentemente mi sono ritrovato vicino al canile municipale durante la fuga di un cane. Ciò mi ha provocato un forte disagio, sono caduto a terra e mi sono sentito molto imbarazzato quando, ormai cosciente, mi sono accorto del piccolo gruppo di persone che si era formato intorno a me. Malgrado ciò penso di non avere altri problemi di carattere psicologico, anche perché sono soddisfatto sia delle mie relazioni sociali, come pure del mio lavoro.
STORIA N.2 Fobia sociale
Ho 24 anni e scrivo da XXXXXX. Soffro di
fobia sociale e fino ad ora ho provato una terapia ad XXXXXX col
professor XXXXXXX e una terapia cognitivo comportamentale a XXXXXX senza
però ottenere alcun risultato (durata terapia a XXXXXX 18 mesi)
Ecco in breve il mio problema:
GLI ALTRI MI OSSERVANO MENTRE PARLO O COMPIO QUALCOSA Meccanismo di controllo: visivo (compresi i miei famigliari Quando parlo davanti a qualcuno sento come dentro di me un’altra figura che osserva attentamente l’andamento del mio discorso: se sbaglio qualcosa mi fa venire sensi di colpa, sfiducia e disprezzo per me stesso( chi è quella figura che compare ogni volta dentro di me per mettermi in allarme e castigarmi????)
Supponiamo che io fissi un incontro con altre persone (riunione, pizza con gli amici, chiacchierata al bar ecc.). La mia ansia comincia da subito, da quando fisso l’impegno dell’incontro e si manifesta con: ansia allo stomaco, sudorazione alle ascelle, nervosismo, tensione muscolare. Il mio pensiero è rivolto alle immagini che mi creo del possibile attacco davanti a tutti. Nel momento dell’incontro quando si inizia a parlare ha inizio l’attacco: durante questi terribili momenti sono immerso nella costante speranza che i miei sintomi scompaiano perché non ce la faccio a sostenerli e li odio. Come posso esprimere quello che ho dentro se non riesco a parlare col nodo che provo alla gola, la forte ansia allo stomaco, la respirazione che non mi lascia l’aria sufficiente per poter pronunciare bene le parole?
Sento però anche la necessità di fare discorsi impegnativi in modo tale che gli altri pensino bene di me, dicano che sono una persona con un carattere forte: così la persona che sta dentro di me si può convincere di essere approvata, accettata. Ho un bisogno estremo di inserirmi nella società, di far ascoltare la mia voce al mondo: ma questa è sinonimo di libertà e la vocina che sta dentro non vuole essere libera perché essere liberi vuol dire essere anche diversi, essere soli e lei invece ha bisogno di conforto, di sostegno, di appoggio e di lode. Cosa mi resta da provare come terapia??????
STORIA N.3 Fobia del volo
E' come sentirsi chiusi in una gabbia, una
gabbia che però è aperta : è questo il dramma di chi prova ,forse,
il mio stesso disagio.
Sono giovanissima, ho poco più di 20anni
e forse proprio perché ho attraversato stadi non facilissimi nella
mia giovinezza, ho iniziato gli studi di Psicologia per capirci un pò
di più.
La mia paura di prendere l'aereo posso
farla risalire a circa 2 anni fa: non c'è stato un vero e proprio
evento scatenante che mi ha portato a ciò, ma ricordo un forte stress
accumulato in precedenza, una forte anemia riscontrata, un alto valore
della Ves che non voleva scendere. Era estate, e l' ho trascorsa
buttata sul divano con una febbriciattola a 37.3 che mi ha
accompagnato sino ad ottobre: mille prelievi ma non c'era niente. Per
me era riconducibile a qualcosa di psicosomatico.
Comunque, ricordo di aver preso l'aereo
per tornare a casa e quel viaggio è stato l'inizio di un vero e
proprio incubo: mi sono sentita malissimo, sudavo freddo, le gambe
erano come paralizzate, non le avvertivo più, mi sentivo in un'altra
dimensione. Penso che le persone accanto a me non si siano accorte di
nulla, sino a quando, vicini all'atterraggio, sono ripiombata in uno
stato di angoscia e per cercare un pò di conforto , di sicurezza, mi
sono rivolta alla ragazza vicina chiedendole se anche lei aveva
sentito il comandante comunicare: "Emergency Exit ". Io ero
sicurissima che stava per succedere qualcosa di brutto ed ero
scoppiata in lacrime.
Una volta atterrati, la mia contentezza di
essere "sopravvissuta " si è tramutata in rabbia, pianto,
ma soprattutto paura ; da quel momento dissi ai miei che non sarei più
salita su un aereo
A un anno di distanza, mi feci forza e
decisi di riprenderlo:volevo sconfiggere quella dannata paura che mi
costringe a prendere la nave e affrontare 8 ore di navigazione.
Com'è andata? Malissimo, purtroppo.
Anche durante quel viaggio sono sempre
stata in tensione: addirittura non riuscivo ad appoggiarmi allo
schienale e sono sempre stata con gli occhi rivolti verso le mie
scarpe, con le due mani attaccate saldamente ai due braccioli. Avevo
comprato una rivista ma, chi l'ha sfogliata?
Da allora non ho più ripreso l'aereo, ma
sento di nuovo quella spinta che ho sentito l'ultima volta per
riprovare a prenderlo: non so se questa volta accetterò la scommessa
oppure no.
Sono comunque convinta di una cosa: voglio
uscire da questo incubo
STORIA N. 4 Paura di guidare Salve, STORIA N.5 Fobia delle cimici Già da piccolo avevo paura di questi piccoli insetti, le cimici. Con il passare del tempo la paura è diventata più imponente, tanto da sentire la presenza di questi insetti anche se sono nascosti. La cosa incredibile e che questi insetti sono attratti da me, infatti si posano solo sulla mia biancheria (in casa siamo in 6 compreso me). I miei mi prendono in giro per tutto ciò e questo mi mette ancora di più in agitazione. Anche adesso che sto scrivendo, sento uno strana sensazione sulla coscia. Sono ancora loro.....
STORIA N.6 Fobia sociale
Salve a tutti, mi chiamo GXXXXXXXX, ho 32
anni e da circa 11 anni soffro di questa fobia, che si manifesta con
sintomi di imbarazzo e di sudorazione abbondante.
Vi spiego, in pratica io non posso mangiare
insieme ad altre persone, per il semplice fatto di sentirmi osservato e
quindi, nell'imbarazzo più totale, incomincio a sudare e a diventare
tutto rosso.
Tutto ciò mi succede anche quando devo fare
la spesa al supermercato, fare semplici code, andare dal barbiere,
parlare con persone importanti e andare a delle feste.
Praticamente da 11 anni non vivo più.
Finalmente sono riuscito a capire che si tratta di una malattia detta
fobia sociale e quindi cercherò di andare da qualche psicologo per
riuscire a guarire.
STORIA N. 7 Fobia delle scale Mi chiamo AXXXXXX ed ho quasi 36 anni. Da molti anni a questa parte (praticamente da quando ero bambino, che io mi ricordi) ho una tremenda paura delle scale, sia fisse che mobili, anche se penso di non aver mai subito traumi relativi a cadute o simili. Naturalmente non ho paura di tutte le scale. Quelle di un condominio a rampe di altezza e larghezza normali, con corrimano, non mi creano problemi, ma se i gradini sono molto larghi (tipo sagrati delle chiese), stretti, o la scala è molto alta, inizia la tragedia. Idem per quelle senza corrimano. Dulcis in fondo, durante un viaggio a Londra, ho utilizzato spesso la metropolitana: scale altissime che non finivano più, sia in salita che in discesa. La mia reazione era la seguente: le gambe iniziavano ad irrigidirsi, la schiena lo stesso e diventavo tipo statua. Guai naturalmente a volgere lo sguardo in qualsiasi direzione.....L'unico stratagemma che ho trovato è stato di fissare un punto sul muro laterale, sempre all' altezza degli occhi, senza muovere la testa, fino a quando l'inizio o la fine della scala era in prossimità. Mi hanno detto che può essere un disturbo dell'equilibrio, in questo caso potrei accettarlo come spiegazione, in quanto anni fa, facendo un corso di nuoto, ho riscontrato che per effettuare una verticale in acqua, dovevo "pensare" di non essere diritto (testa in basso e piedi in alto), ma di essere obliquo: solo così riuscivo a farcela, viceversa se pensavo di essere perfettamente verticale, avevo sicuramente la parte dei piedi spostata in avanti, con conseguente sbilanciatura del corpo. Scusatemi se sono stato troppo prolisso, ma desidero veramente arrivare in fondo a questa cosa, anche perché mi vedo costretto a rinunciare a molte cose (visite a chiese, campanili, centri commerciali che ahimè hanno solo scale mobili....).
STORIA N. 8 Voglio arrivare alla meta Ho paura di guidare e non so bene il perché. Forse in parte la colpa è dei miei, che sin dal principio mi hanno annientato dicendomi che non ero in grado, che era pericoloso,etc... e forse in parte la colpa è mia, che ad un certo punto ho pensato che i miei avessero ragione. Perciò mi stavo abituando all'idea di essere una deficiente anche se nel profondo mi sono sempre sentita in grado di guidare. Dovevo solo riuscire a vincere la mia paura, si... perché mi capitava (e mi capita) di sognare di investire la gente, di schiantarmi sugli alberi, di fare ad ogni manovra un incidente e così via. Penso che già da queste parole si possa capire quale sia il mio stato d'animo. Attualmente comunque la situazione è diversa. E' da un po' che sto infatti guidando assieme al mio ragazzo( lui dice che guido bene e io gli credo perché me ne rendo conto) e il mio desiderio sarebbe quello di poterlo andare a prendere al bar o in pizzeria, ma naturalmente c'è chi non mi lascia andare. I miei mi lasciano girare con lui, ma da sola NO . Di solito succede così:
Ma per poter giungere alla fine del mio percorso, so già che dovrò affrontare altre difficoltà e "insulti", tutto ciò mi sembra una violenza psicologia, e non mi va' giù..
STORIA N. 9 Fobia
sociale (?) Ho
34anni e scrivo da xxxxxxxx. Quando
parlo davanti a qualcuno, mi capita di sentire dentro di me, come
un’altra figura che osserva attentamente l’andamento del mio discorso:
se sbaglio qualcosa mi fa venire sensi di colpa, sfiducia e disprezzo per
me stesso.Tra l'altro ho uno studio di grafica e insegno diversi software
e al minimo errore davanti alla classe vado in ansia seppure mi
rendo conto di essere piuttosto bravo nel campo e comunque di saperne
molto più dei miei alunni. ·
Non
so affrontare le critiche e le opinioni altrui senza irritarmi, per non
parlare di quando vengo preso in giro.Succede raramente per fortuna, ma se
vengo "scherzato" crollo letteralmente e non riesco a
controbattere, ma sto zitto e vado in "paranoia"anche se prima
stavo benissimo. Mi piacerebbe stare allo scherzo (anche
perché di solito non sono di cattivo gusto) ma non ci
riesco. E' come se mettessi in discussione l'intera mia esistenza
e ci ripenso per diversi giorni. ·
Quando
sono in un luogo con qualche persona, in certi periodi mi capita di
sentirmi come se tutti mi guardassero, con due grosse conseguenze:
La
cosa strana è che sono un bel ragazzo, ho una compagna carina, ho fatto
un lavoro di responsabilità con buoni risultati e guadagni (per circa 12
anni) e che, quando quest'anno ho deciso di cambiar lavoro ed aprire uno
studio di grafica (che non ha niente a che fare con il lavoro che facevo
prima), ci sono riuscito con successo. I miei lavori nel campo sono
apprezzati nonostante abbia cominciato da così poco. Ho viaggiato per il
mondo parecchio e sono stimato per la mia facilità di apprendimento e
stile di vita da molti miei amici e queste sono le cose che cerco di dirmi
e razionalizzare quando mi sento così insicuro.
STORIA N. 10 Mi devo imbottire di valium? Salve, sto male. Da qualche tempo a questa parte ho una paura "fottuta" di morire; durante il giorno si fa da parte, ma la notte e il fine settimana mi ritrovo a dover fare i conti con una costante sensazione oppressiva localizzata al centro della cassa toracica. Ho fatto analisi, ecg, ho portato un holter pressorio: tutto negativo. Però mi ritrovo con il fiato corto e la paura di fare respirazioni profonde, come se mi si dovesse rompere qualcosa dentro. La notte capita che non prenda sonno, lo stare sdraiato mi è impossibile ed il terrore sale; poi mi metto a sedere e pare andar meglio, l'unica soluzione, alla fine, è quella di alzarsi, misurarsi la pressione e constatare che la minima si è alzata. Questo fenomeno fa presto a scomparire, dopo un po' i valori ritornano normali. Vivo male. Ho 39 anni, una moglie e una figlia; sono agente di commercio, ed ho una vita sociale molto intensa, per ora niente pare risentire di questa mia situazione, ma non so quanto potrà durare, perché incomincia a venirmi meno la concentrazione e sempre più spesso le paure prendono il sopravvento. Mi devo imbottire di valium?
STORIA N. 11 Fobia della solitudine Salve, mi chiamo xxxxxx, ho 29 anni e mi occupo di assicurazioni .Per farla breve, la mia fobia (se così si può definire) e' la paura della solitudine. Mi spiego meglio...questo mio bisogno di avere vicino qualcuno si manifesta solo quando esco e sono in mezzo a tanta gente che non conosco, mi sento osservata e indifesa. Per esempio, se entro in un locale che conosco, ma senza nessuno che mi accompagni, mi sento "sfigata" , o meglio, credo che le altre persone, vedendomi sola, pensino questo. Ciò mi preoccupa anche perché normalmente sono una persona molto indipendente, in tutti i sensi, forse anche troppo. Vorrei riuscire a diventare completamente autonoma e sganciarmi da questi meccanismi mentali che io trovo assolutamente dannosi e inutili.
STORIA N.12 Come farò ad essere un bravo medico se quando un paziente vomita io scappo? Salve! sono una ragazza di 23 anni,studentessa in medicina ed ho una particolarissima,credo,fobia:il VOMITO. Ricordo di aver avuto l'avversione per il vomito fin da bambina, ma è diventato un vero problema quando ero ormai più grandicella, verso i 16 anni.Un esempio esplicativo è il seguente:se vengo a sapere che qualcuno che mi sta attorno ha il vomito, mi viene una crisi di panico, soprattutto se si tratta di origine virale, perché in quel caso penso che mi può venire anche a me (non mi crea invece grandi problemi se è associato a gravidanza o ad abuso di alcol...).Quando mi capita di avere mal di stomaco e nausea (da diversi anni ne soffro, ma attenzione, almeno in parte, la causa primaria è un'intolleranza al latte e altro...) i sintomi si amplificano e si innesta la nausea e con essa, la crisi di panico.....non so neanche come faccio a farmela passare.Ho paura di peggiorare e che il problema sfugga al mio controllo;ad esempio non vorrei che diventasse un abitudine quella di digiunare un giorno intero quando c'è sentore di virus come è capitato oggi (mia madre è a letto con il vomito).Per ora non posso far altro che aspettare l'estate, ossia la stagione in cui mi sento più forte, in grado di affrontare i problemi e tra l'altro, sto meglio fisicamente (es. mangio di più).Come farò ad essere un bravo medico se quando un paziente vomita io scappo?
STORIA N. 13 Non mi riconosco più Salve mi chiamo XXXXXX e da un anno mi ritrovo a "non riconoscermi più". Mi spiego meglio, ho 35 anni, sono coniugata da 4 , lavoro e sono sempre stata una persona indipendente e coraggiosa. Tutti mi consideravano una persona paziente, equilibrata, che spesso cercava delle situazioni imprevedibili e rischiose, e anch'io mi vedevo così, poi, ho avuto delle malattie organiche(anemie a causa di un polipo, continue febbricciole, dolori e rigidità muscolari) e ho cominciato a sentirmi debole fisicamente e forse anche psicologicamente. Il febbraio scorso, dopo aver studiato per un concorso (che purtroppo non ho superato), un giorno, in autostrada, alla guida della mia macchina(p.s. a me piaceva molto guidare) non sono riuscita a superare un camion, ho provato un'immensa paura e mi sono quasi bloccata. Da allora ho paura delle superstrade, dei ponti, delle gallerie, di essere in fila, dell'autobus, e di stare ferma al semaforo. Le gallerie le evito e quando sono su un ponte qualsiasi, ho
STORIA N. 14 Fobia per siringhe ed aghi
Salve, mi chiamo xxxxxx e vi scrivo da
xxxxxxx, ho 36 anni e da sempre soffro di una fobia per le siringhe e
gli aghi, ma in questi ultimi mesi la mia fobia è aumentata in modo
enorme.
Non posso neppure guardare una siringa
senza sentimi male. Sogno prelievi di sangue con una tale intensità
che mi sembra di viverla realmente. Qualche settimana fa, sono svenuto
per l'ennesima volta dal mio dentista, dopo una anestesia
odontoiatrica. Purtroppo fra qualche settimana dovrò affrontare un
prelievo ematico (insieme a tutti i miei colleghi) impostomi
dall'ufficio dove lavoro, in base ad una legge che non ho capito bene.
Vivo nel terrore di quel giorno in cui dovrò affrontare il prelievo,
anche perché, in un precedente prelievo, che risale a diversi anni
fa, anche in quella occasione ho perso i sensi. Non so più cosa fare,
vivo nell'ansia costante, nella paura di dover affrontare situazioni
senza avere la forza e l'energia per superarle, non so più a chi
rivolgermi. Poche settimane fa sono andato da un medico ipnologo, ho
fatto 10 sedute, ma il risultato è stato disastroso, tutti i sintomi,
tutte le mie paure, ansie e timori, anziché diminuire o scomparire,
come pensavo, si sono amplificati enormemente. Vorrei riuscire a
vivere con serenità questa mia fobia ma non ci riesco.
STORIA N.15 Il mio ragazzo ha moltissima paura che io possa restare incinta Da 1 anno e 3 mesi ho una bellissima storia d'amore con un ragazzo di 25 anni (io ne ho 20), abbiamo uno splendido rapporto fatto di dialogo, comprensione reciproca e anche buona attrazione fisica.Infatti è stato lui il primo ragazzo di cui mi sono innamorata e con cui ho fatto l'amore per la prima volta. Ho provato dolore, ma è stata un'esperienza bellissima (lo è stata anche per lui e me l'ha espresso) che ho affrontato con un po' di ansia, ma con una grande tranquillità basata sul fatto di una scelta voluta.E' successo due volte e poi, dopo qualche tempo (visto che viviamo lontani)siamo andati in vacanza e mi ha espresso una sua grande paura che ha sempre avuto, ma che non mi aveva confessato. Prima di me ha avuto una sola ragazza, una storia poco importante e con lei, mi ha confessato di avere fatto l'amore pochissimo, visto che aveva lo steso timore.Per essere breve, il mio ragazzo ha moltissima paura che io possa restare incinta (dice che vede molti suoi colleghi ed amici a cui capita di fare figli senza volerlo, invece lui vorrebbe desiderarli).Teme di usare il preservativo pensando che"fallisca", non vuole che io prenda la pillola perché ha paura che questa possa essere dannosa per la mia salute e che mi possa creare difficoltà nel diventare madre un giorno.Non l'ho mai forzato in alcun modo, ma ne abbiamo parlato tantissimo e mi ha detto che col tempo vincerà questa paura (è un ragazzo molto introverso e chiuso) perché per me prova dei sentimenti profondi, ma teme di avere troppo presto un figlio a cui non può dare tutto ciò che vorrebbe dare.Il desiderio che prova nei miei confronti non manca, me l'ha detto lui stesso che impazzisce dalla voglia di fare l'amore, ma non arriviamo mai alla penetrazione, anche se pratichiamo dei preliminari piuttosto spinti.Questa situazione un po' mi pesa, perché, anche se il sesso non è fondamentale, è comunque qualcosa di importante che va vissuto fino in fondo.......e mi dispiace che, nonostante cerchi di fargli superare questo blocco (che nemmeno lui riesce a capire da dove nasca), io non ci riesca...
STORIA N. 16 Fobia dei tunnel
Sono una studentessa universitaria.Due
anni fa, durante il viaggio di ritorno, dopo essere stata a trovare il
mio ragazzo (non abitiamo infatti nella stessa città), il treno si è
fermato nel bel mezzo di un tunnel molto lungo.Non sapendo cosa fosse
veramente successo, ho subito pensato che una frana ci avesse
seppellito lì dentro.Ho iniziato ad avere caldo, non respiravo, avevo
una strana sensazione alla testa, il cuore pulsava così forte che mi
usciva dal petto, mi sentivo morire, insomma ho avuto quello che penso
si possa definire un attacco di panico. Non sono capace di descrivere
bene i sintomi, so solo che è una sensazione così tremenda che solo
al pensiero di riprovarla mi viene quasi un altro attacco di
panico.Questa fobia, che mi fa sentire fortemente limitata, rischia,
fra le altre cose, di compromettere il rapporto col mio ragazzo, visto
che pur di non affrontare "la morte" rimando sempre il
giorno della partenza, fino a quando, alla fine, è lui a venire da
me, oppure, passati mesi senza vederlo, mi butto come un pacco sul
treno e subisco la tortura.Quello che mi terrorizza, non è tanto
l'attraversare il tunnel (che comunque non gradisco: è buio, stretto,
maleodorante), quanto l'idea che il treno si fermi lì dentro e non
vada più oltre.
Il fermarsi, l'essere bloccata, comunque,
mi mette ansia. Così, ad esempio, nelle situazioni in cui in
autostrada il traffico non scorre più.
Prima, ho parlato di "morte",
perché se il treno dovesse fermarsi in galleria, mi verrebbe un
infarto. Può, l'essere messi di fronte all'oggetto delle proprie
fobie, portare a questa causa di decesso?
STORIA N. 17 A Ottobre dovrò fare di nuovo il testimone Il tutto è iniziato a gennaio del 2000, da quando, per la prima volta in vita mia ho fatto il testimone al matrimonio di un mio caro amico. Per farla breve, a un certo punto il testimone è chiamato ha porre una firma, ed è proprio qui che è successo il panico. Un po' prima che apponessi la mia firma, mi è salita una specie d'ansia, una sensazione che avevo già provato altre volte, ma per una firma mai, ed qui che le mani hanno cominciato a tremare, in un modo veramente spaventoso, tanto che le mie firme sui certificati, ben quattro (giuro che sembravano non finire mai)sembravano dei geroglifici. Questa cosa mi era già accaduta in passato, ma succedeva così di rado che non gli avevo dato mai importanza. Però, dopo il gennaio scorso, ogni volta che devo apporre una firma oppure riempire dei moduli, mi si crea questa situazione, soprattutto se in quel momento mi sento a disagio. Per esempio, quando devo fare un esame, oppure quando devo riempire qualche modulo, o firmare davanti al capo (insomma, ogni volta che mi sento in soggezione) ricomincio a tremare come una foglia, quindi è facile capire, che per me è diventata una vera e propria tragedia.Navigando qui e là sulla rete (visto che è il mio lavoro) credo di aver trovato almeno il modo corretto di esporre (almeno credo, visto che io personalmente non sono molto ferrato sull'argomento) il mio problema, cioè, quello che mi capita può essere considerato come una cosiddetta fobia sociale, in cui la persona ha grosse difficoltà quando si trova a fare cose che l' espongono alla vista e al giudizio di altri, come il mangiare in un ristorante, leggere pubblicamente, oppure semplicemente firmare un modulo in banca.Sinceramente, la cosa che attualmente mi preoccupa di più, è che a ottobre dovrò fare di nuovo il testimone e potete immaginare il mio stato d'animo.
STORIA N. 18 Ci sono due cose che mi terrorizzano
Sono una ragazza di 31 anni. Ci sono due
cose che mi terrorizzano, una è la paura delle vespe e l'altra è
quella di soffocare o vedere qualcuno soffocare mentre mangia.
La paura delle vespe è incominciata da
adulta, più o meno a 18 anni.....non riesco a capire il perché......vivo
in una località di mare e non riesco più ad andare in spiaggia e non
riesco a mangiare all'aperto. Durante l'estate guido con i finestrini
chiusi per paura che entri una vespa e spesso rischio di svenire dal
caldo, non riesco ad aprire le finestre di casa se non con le
zanzariere e quando qualcuno apre il portone, rimango in tensione. In
ufficio entrano spesso le vespe dalle finestre e io puntualmente
scappo via e mi rimetto a lavorare soltanto se qualcuno la fa uscire
fuori. Purtroppo non posso tenere le finestre chiuse perché siamo
circa 15 persone e tutti tranne me, vogliono sempre le finestre
aperte. Questa mia paura fa ridere molte persone, ma per me è
terribile, non riesco più a vivere normalmente.... La mia seconda
paura è quella del soffocamento, a volte non riesco a mangiare,
sopratutto la sera, non riesco a deglutire... sembra che non risponda
al comando che il mio cervello gli manda.Non prendo pastiglie, ho il
terrore che mi vada di traverso qualcosa e di soffocare....... e allo
stesso modo ho paura di vedere qualcun'altro soffocare, a volte penso
che quando avrò un figlio sarà un dramma, quante volte ai bambini va
di traverso qualcosa,io ho paura di non riuscire a reagire...Devo
farvi presente che sono stata punta da delle vespe da piccola, non
tante, nella norma come gli altri bambini, e che non mi è mai andato
di traverso niente mentre mangiavo......vorrei tanto capirmi di più........
STORIA N.19 Paure che mi paralizzano
Sono una ragazza di 24 anni, per la prima volta mi sono innamorata,
mi
STORIA N. 20 Paura degli attacchi di colite L'inizio della mia storia risale a circa 20 anni fa.Ero fidanzato con la mia attuale moglie ed eravamo in giro a passeggiare (dimenticavo:io 18 anni,lei 15). Poiché ho sempre sofferto di colite spastica,improvvisamente fui preso da un attacco di mal di pancia che, pur provando a controllare, non riuscivo a "contenere".La situazione qui illustrata farà anche ridere, ma per me fu traumatica.Stringendo i denti ed "altro", riuscii prima ad accompagnare la mia ragazza a casa, poi a tornare a casa mia, perdendo ,credo in trenta minuti, tre chili.Dopo aver risposto al bisogno fisiologico provai a tornare dalla mia metà....ironia della sorte, appena salii sull' autobus..... altro attacco di colite.Fui costretto a ritornare a casa e da allora mi è rimasta la paura che, ogni qualvolta esco di casa, mi vengano attacchi di colite.Sono passati 20 anni, mi sono sposato ,felicemente sposato,ho imparato a convivere con questo problema,ma non l' ho risolto del tutto.Sono ancora fortemente condizionato da questo "trauma" e vorrei che la mia vita fosse qualitativamente migliore; molte volte non faccio cose che potrebbero rappresentare un pericolo "colitico".....Sapete..., con due meravigliosi bimbi non è bello.Ho paura di restare bloccato nel traffico (pensiero ricorrente:cosa faccio se mi viene da andare in bagno?),o passeggiare tranquillamente per strada in mezzo a tanta gente.Devo sempre sapere, quando esco di casa, dove vado e se ci sono toilette......francamente non mi sento libero!Sono, nonostante tutto, diventato ottimista e allegro, però .......che fatica psichica! A volte ho l'impressione che i cattivi pensieri siano automatici; è impressionante, nemmeno mi avvicino alla porta di casa per uscire e la pancia sembra che mi dica:dove vai bello, lo sai che ti può prendere un attacco di colite? Sono però un lottatore e non mollo, so che un giorno ne verrò "completamente fuori".....
STORIA N. 21 Perché ho così tante fobie?
Non so come cominciare....vorrei dire tante cose.....ho 23 anni e
sono una ragazza ungherese che vive qui in Italia da quasi 8anni.Appena
arrivata qui pesavo più di 47 Kg, Se vuoi continuare a leggere altre storie scegli uno dei seguenti collegamenti: -storie con le paure e le fobie -storie con gli attacchi di panico -storie con i disturbi alimentari -storie con le ossessioni e le compulsioni -storie con i disturbi sessuali -storie con i problemi di coppia -storie con la tossicodipendenza
| ||||||||
>>> ritorna alla homepage <<< All
contents copyright© CENTRO ITALIANO
SVILUPPO PSICOLOGIA cod. fisc. 96241380581 |